Mangiatorella e il Parco Naturale Regionale
delle Serre. Insieme per il territorio e per l’ambiente

  • Acqua Mangiatorella sgorga in Calabria, nel Parco delle Serre
Maurizio Vena / Riserva Biogenetica Marchesale, Parco Regionale delle Serre

Tra Mangiatorella e le Serre calabresi, suo territorio d’origine, c’è un legame storico e molto intenso, che il tempo rinsalda e lo sgorgare della sua acqua pura rinnova.

A conferma della profondità di questo legame, Mangiatorella onora una partnership con il Parco Naturale Regionale delle Serre che ha alla base la missione condivisa di
• promuovere la conoscenza del Parco delle Serre
• valorizzare le sue bellezze naturalistiche, le realtà storiche, culturali e produttive, i suoi itinerari
• implementare le opportunità di un turismo sostenibile
• consolidare il legame tra i visitatori e un territorio espressione di genuinità, purezza e benessere.

Una terra tra incanto e storia

Il Parco Naturale Regionale delle Serre rientra in quella parte dell’Appennino Calabrese a metà strada tra la Sila e l’Aspromonte, e comprende un gruppo montuoso di eccezionale valenza paesaggistico-naturale.

Il nome “Serre” deriverebbe dall’ebraico ser (monti) o potrebbe fare riferimento alla forma di una sega (in dialetto serra), per gli antichi opifici che vi si trovavano un tempo.

In questo ambiente suggestivo la natura ha conservato intatto il suo stato di originaria purezza, sicché il luogo sembra quasi surreale, un lembo di terra dimenticato dalla frenetica modernità, privo di rumori fuorché quelli del vento e dell’acqua.

Ecco come un viaggiatore inglese nel 1828 commentò una sua escursione nelle Serre calabresi, suggestionato dalla forte presenza di foreste e boschi: “Vi era qualcosa di tanto selvaggio e di tanto tenebroso in quelle montagne, dai boschi fitti ed oscuri, da soggiogare la mente.”

Alla scoperta della Ferdinandea

All’interno del Parco delle Serre calabresi, si trova la Ferdinandea, territorio stupendo che deve il suo nome a Ferdinando II di Borbone,  che amava andare a caccia tra i suoi boschi, vi costruì una villa e dove in seguito sorsero una ferriera, una caserma, una serie di edifici, scuderie e stalle.
Nel 1874 il neonato governo italiano cedette l’intera area al generale garibaldino, poi parlamentare, Achille Fazzari, che, innamoratosi della vicina sorgente di Mangiatorella, trent’anni dopo cominciò a imbottigliarne l’acqua.
Sono molti i turisti attratti dalla Ferdinandea, dalla sua ferriera e dalla villa borbonica, dalla quale si può raggiungere la diga Giulia e il suo immenso invaso, la diga Azzarella, la Cascata del Marmarico di Bivongi e il Monte Pecoraro, dalle cui falde sgorga Mangiatorella. Tra i molti sentieri percorribili, spicca il Sentiero del Brigante, itinerario per escursionisti di lunga percorrenza.

Fresca profonda verde foresta. La luce vi è mite, delicatissima, il cielo pare infinitamente lontano; è deliziosa la freschezza dell’aria; in fondo al burrone canta il torrente; sotto le felci canta il ruscello… Si ascende sempre, fra il silenzio, fra la boscaglia fitta, per un’ampia via… Tacciono le voci umane… Non v’è che questa foresta, immensa, sconfinata: solo quest’alta vegetazione esiste. Siamo lontani per centinaia di miglia dall’abitato: forse il mondo è morto dietro di noi. Ma ad un tratto, tra la taciturnà serena di questa boscaglia, un che di bianco traspare tra le altezze dei faggi. Questa è Ferdinandea. Ecco cosa scrisse nel 1886 Matilde Serao, che ne fu ospite, della Ferdinandea.